2015: la riscossa degli adv americani
- Admin
- 23 dic 2015
- Tempo di lettura: 3 min

In un paio di occasioni nel 2015 gli agenti di viaggi americani si sono fatti sentire, emergendo dalla nebbia mediatica che li ha avvolti in questi anni. E si tratta di eventi non solo americani. Ad esempio quando Lufthansa ha introdotto il Distribution Cost Charge (18 dollari negli USA) per tagliare la spesa sui GDS, gli adv Usa si sono pubblicamente ed energicamente ribellati, promettendo di togliere traffico ai vettori del gruppo. E poi hanno costretto Marriott International a rimuovere e da YouTube l’inserzione pubblicitaria online in cui si denigrava la figura dell’agente di viaggi, confrontata a uno sciatto benzinaio.
Insomma si è visto che anche se lavorano dietro le quinte gli agenti di viaggi hanno la possibilità di farsi rispettare dai fornitori che tentano di escluderli dalla filiera e prendersi i loro clienti. E si è visto che la rimonta non si deve solo alla riscossa, tutte le analisi indicano che le agenzie piacciono al nuovo pubblico dei nati tra gli anni 80 e 90, i cosiddetti Millennial, che riconoscono il valore della loro consulenza.
La riscossa mediatica degli agenti di viaggi è uno dei 25 momenti importanti di quest’anno intenso e drammatico, sul mercato americano e internazionale, come li ha scelti Skift. Eccone altri che in qualche modo coinvolgono tutto il mercato, anche di qua dall’Atlantico.
Prima di tutto e purtroppo gli attentati di Parigi, che hanno costretto l’Europa a ripensare i propri confini. L’equazione è evidente: più sicurezza, meno visitatori. L’intero continente paga in queste settimane il prezzo della paura con cali significativi di arrivi, anche americani. Per la prima volta rischia di cambiare anche il Visa Waver, il programma che semplifica l’emissione dei visti per i cittadini di 38 paesi del mondo: le modifiche sono all’esame del Parlamento Usa. Poi c’è la crisi drammatica dell’Egitto, precipitata a ottobre con l’attentato al volo russo di ritorno dal Mar Rosso.
Vettori Usa contro vettori del Golfo.
Nel mondo vero e proprio dei professionisti del turismo sono RichardAnderson-1accadute altre molte cose: ad esempio è scattata anche negli Usa la strategia di resistenza contro gli invadenti e potenti vettori del Golfo, che pure qui cominciano a prendere quote di mercato. Al punto che adirittura Richard Anderson il ceo di Delta intervenendo nel programma della CNN intitolato “Quest Means Business” ha indirettamente insinuato che la responsabilità dell’11 settembre ricadesse anche su Emirates, Etihad e Qatar Airways. Poco dopo è nata la Partnership for Open and Fair Skies, che è la lobby creata dai tre grandi vettori americani per opporsi alla scalata mediorientale limitando la normativa Open Sky degli Usa, fin qui forse senza grande successo.
il bagaglio standard A giugno la IATA ha lanciato la proposta per un bagaglio IATA Cabin OK: trattasi di trolley standard con misure che dovrebbero mettere d’accordo tutti i 260 vettori associati per semplificare l’imbarco in cabina, e così facilitare la vita dei passeggeri. 55 x 35 x 20 cm è la misura ottimale standard del trolley immaginato da IATA, che in teoria potrebbe adattarsi al meglio su aeromobili dai 120 posti in su, con tanto di logo Iata certified. Ma è solo una proposta, non ci sono certezze che i vettori si adegueranno.
Le crociere, la Cina e il wifi1280px-Carnival.svg_-300x120 Poi si è visto quanto i grandi gruppi delle crociere puntino davvero sulla Cina: Carnival sta creando un marchio apposito, Royal Caribbean si sta legando con forza al porto di Singapore, e NCL ha costruito su misura per i passeggeri cinesi la sua ultima e nuovissima unità. E sempre le crociere, almeno negli USA, sembra abbiano capito quanto è importante offrire ai passeggeri un wifi efficiente ed economico, Carnival e RCCL si stanno attrezzando.
Grande shopping, e la rinuncia di Amazon E ancora. Marriott ha comprato Starwood, dando vita al gigante dei giganti nel ricettivo. Expedia ha acquisito Travelocity North America in gennaio, Orbitz Worldwide a September e a novembre ha fatto accordi per prendersi anche HomeAway: più 36% le notti vendute in un anno, l’8% dovuto appunto ai nuovi acquisti. Ma intanto Amazon, che aveva deciso di entrare a piedi pari nel retail del turismo dopo solo otto mesi ha gettato la spugna: «Non ne sapevamo nulla – hanno spiegato – quando abbiamo provato abbiamo capito che era meglio rinunciare».
E adesso Cuba!
Il Presidente Obama ha avvertito con grande anticipo che gli Usa avrebbero ristabilito le relazioni diplomatiche con Cuba, ma ancora un vero tturismo non c’è, il viaggio a Cuba resta ancora un’operazione complicata per gli americani. Airbnb ha cominciato a offrire alloggi a Cuba, i grandi gruppi americani ancora si vedono poco. E tuttavia il numero di cittadini Usa in visita a Cuba è aumentato del 40% dallo storico annuncio di Obama. A promuovere l’isola ha contribuito molto la TV, con gli show dello chef Anthony Bourdain e di Conan O’Brien da L’Avana e altre città cubane. Poi arriveranno i charter e faranno il resto, ma con calma.
Comments